Il frettoloso ritiro degli Americani dall’Afghanistan s’inserisce nel grande impegno USA per promuovere la cosiddetta lotta al terrorismo e calmare i timori rappresentati dall’ascesa di altre grandi potenze internazionali, si colloca, inoltre, sull’allineamento dei propri sforzi tra lotta al terrorismo e sostegno all’economia nazionale al fine di affrontare anche la grande sfida rappresentata dell’ascesa della Cina e la Russia. Un grande impegno, quindi, che s’incentra sul mantenimento delle forze d’élite dei corpi speciali per supportare operazioni d’intervento rapido, con sistemi di sorveglianza e controllo aereo (droni) e sostenere gli alleati locali, nella regione, con l’intento di spingere altre potenze internazionali ad assumersi le proprie responsabilità . Accade questo e durante si osserva che Washington non intende continuare a svolgere il ruolo di poliziotto di quartiere nella regione.
Questa strategia contiene diversi elementi dei metodi dell’amministrazione Obama, che si basava sul concetto di “guidare dal retroâ€, che mirava, allora, alla riduzione dei costi politici ed economici dell’intervento militare nella regione, al fine di non ripetere la situazione della guerra in Iraq. l’amministrazione Obama ha rifiutato di intervenire militarmente nella crisi siriana, soddisfatta del ruolo di osservatore delle potenze internazionali e regionali (Russia, Iran e Turchia).
Bisogna ricordare che il rapidissimo crollo del governo afghano è iniziato dal primo momento in cui gli Stati Uniti hanno avuto colloqui con l’ufficio politico del movimento talebano a Doha, nel Qatar. L’amministrazione repubblicana di Trump aveva avviato colloqui con il movimento per preparare il ritiro americano e il ritiro è stato attuato dall’amministrazione Democratica di Biden nel modo più rapido e sbrigativo, esattamente come il ritiro americano dall’Iraq. Come ricordiamo, la decisione di ritirarsi è stata presa dall’amministrazione di Bush Junior e attuata dall’amministrazione di Barack Obama.
Durante l’ultimo anno dell’amministrazione Trump, è stato raggiunto un accordo tra gli Stati Uniti d’America e l’ufficio politico dei Talebano per gestire la fase di transizione a condizione che il movimento abbandoni la violenza, ma il movimento ha rifiutato l’accordo e ha insistito nell’effettuare attacchi contro le forze afghane, quindi la maggior parte dell’accordo è crollata tranne la parte restante relativa alle relazioni degli Stati Uniti con i Talebani, per quanto riguarda gli impegni del movimento a non utilizzare il territorio afghano per minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Si prevede inoltre che al-Qaeda riprenderà la sua attività in Afghanistan e nelle aree circostanti e limitrofe, sfruttando il controllo dei Talebani sulla maggior parte delle terre Afgane estesa su una superfice di ben 652.864 Km².
Il riaffacciarsi del terrorismo è una possibilità che potrà rappresentare una minaccia per la sicurezza regionale ed internazionale.
Nonostante la necessità di tener conto dei motivi e ragioni che hanno spinto gli Stati Uniti a lasciare l’Iraq e l’Afghanistan, che sono principalmente motivi tattici ed economici, la nuova realtà determinata da quest’uscita degli americani potrebbe essere peggiore della continuazione della permanenza stessa. Gli Stati Uniti come superpotenza sono diventati discutibili, assai più di prima, alla luce di questo grande fallimento a livello strategico, che potrebbe essere anche più influente nel sistema delle relazioni internazionali, producendo ripercussioni negative nei prossimi anni dato il grande danno all’immagine dell’America nella sua guerra contro il movimento Talebano.
In fine, quello che si poteva sottolineare alla vigilia del ritiro delle forze americane dall’Afghanistan è che l’era dell’America in Medio Oriente è finita, poiché l’America è più disposta a conservare la sua presenza in modo minore per difendere e proteggere le rotte marittime e commerciali globali, e per proteggere la sicurezza di Israele dopo che il petrolio della regione ha perso importanza strategica. Pertanto, i paesi alleati degli USA e tutti i popoli della regione dovrebbero cercare nuovi approcci e cercare di individuare altre vie utili per mantenere la sicurezza regionale, non rimanendo sottoposti agli ordini degli Stati Uniti d’America.
Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia