Rassegna stampa internazionale a cura di Ahmad Bakie
L’invasione russa in corso in Ucraina, che dura da oltre 100 giorni, ha portato a un grande cambiamento globale, capovolgendo molte cose e il suo impatto si fa sentire molto più pericolosamente oltre i confini dei due paesi belligeranti.
Tutto il mondo è precipitato in una profonda crisi di sicurezza, crisi economica, crisi alimentare e sociale. Il vecchio continente sta fronteggiando situazioni difficili e si scontrerà prossimamente con gli sviluppi del grande shock tridimensionale: lo shock del carovita, lo shock energetico e quello dei profughi dell’Ucraina e forse anche dei paesi africani.
Questa invasione ha impegnato, a livello globale, tutti i mezzi di comunicazione di massa che evidenziano in tempo reale gli sviluppi di questa guerra che interessa in particolare il continente europeo, analizzando anche i possibili effetti negativi sia in Africa sia in Asia compreso il Medioriente.
I giornali internazionali del Sabato 18 Giugno, ad esempio, hanno evidenziato, in rassegna, l’approvazione da parte della Commissione Europea dello status dell’Ucraina come paese candidato all’adesione all’Unione Europea. Nei rapporti e gli articoli pubblicati sono state monitorate in particolare le sfide che Kiev dovrà affrontare nella sua ricerca di far parte del grande blocco europeo. Un importante sguardo è stato rivolto agli sviluppi in Medioriente, dove persiste la minaccia di conflitto armato tra Iran e Israele, e la guerra segreta in atto tra i due paesi alla luce dell’escalation di misteriose uccisioni di militari di alto rango e le morti di diversi scienziati iraniani all’interno del loro paese, e dei raid attribuiti a Israele in Siria.
Il giornale americano Wall Street Journal ha affermato, in un lungo rapporto pubblicato sul suo sito web che “la ricerca dell’Ucraina per diventare un membro dell’Unione europea è ancora agli inizi, poiché ci sarà una lunga strada da percorrere. L’Unione europea ha aperto la strada all’adesione dell’Ucraina il 17 giugno, che è una delle richieste su cui il presidente ucraino Volodymyr Zaleski ha ripetutamente insistito ai leader europei dall’inizio dell’invasione russa”.
Il giornale aggiunge: “Finora, molti paesi dell’UE rimangono scettici sulla capacità degli ucraini di unirsi al blocco per molti anni a venire, perché persistono infiniti problemi come la corruzione, la mancanza d’indipendenza giudiziaria e disordini politici” e rileva che “la fragilità della sicurezza dell’Unione europea e la prevista presenza prolungata delle forze russe sul territorio dell’Ucraina complicheranno ancora di più questa questione“.
Il quotidiano americano rileva che a parte l’adesione all’Unione Europea, le possibilità che l’Ucraina diventi un membro dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, la NATO, sembrano molto scarse, poiché Francia e Germania si rifiutano di rispettare l’impegno della NATO del 2008 che permetteva all’Ucraina di diventare un membro dell’alleanza una volta soddisfatte le condizioni necessarie. Pertanto, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha precisato che le possibilità di Kiev di diventare un membro della NATO sono molto scarse.
Escludendo ogni concessione europea all’Ucraina riguardo alla corruzione dilagante nel paese, il New York Times afferma che “concorda con il precedente concetto e ha affermato che “le sfide interne in Ucraina, come la corruzione, rappresentano un ostacolo per l’adesione di Kiev all’Unione europea”. Ma a prescindere dalla simpatia per l’Ucraina in Europa, annota il New York Times, “nessuno potrà rilasciare deroghe speciali agli ucraini riguardo alle regole di adesione al blocco Europeo, specialmente quando queste regole includono la repressione della corruzione”.
Il New York Times aggiunge: “soddisfare le richieste di adesione all’Unione Europea sarà un compito molto difficile per l’Ucraina, data la turbolenta situazione politica, il ruolo massiccio delle élite imprenditoriali conosciute come l’oligarchia, l’intreccio di problemi politici e influenza commerciale e il loro impatto sull’economia e sulla magistratura in Ucraina”.
Il giornale americano conclude: “Molti politici Ucraini, che sono anche uomini d’affari, tengono le fila della nomina dei giudici, che a loro volta governano a loro favore, nelle controversie commerciali. Due anni fa, il primo ministro nel governo di Zelensky si è dimesso in segno di protesta contro il modo in cui un uomo d’affari politicamente influente è stato in grado di beneficiare degli impianti elettrici che servono la capitale Kiev.
Quanto alla strategia Israeliana contro l’Iran, Il quotidiano Israeliano Jerusalem Post ha, da parte sua, rivelato che questa nuova strategia “non è più segreta, alla luce dei cambiamenti in atto sul campo, ma anche alla luce delle lecite domande sul successo o meno di tale strategia”. Ma l’obiettivo finale di Teheran, conclude il Jerusalem Post, “resta quello di aumentare la propria capacità di influire sempre di più sulla regione mediorientale per raggiungere una vasta egemonia facendo della Siria la principale leva per avvicinarsi ai confini con Israele”.
Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia