Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, ha co-presieduto il terzo vertice intergovernativo Italia-Turchia, svoltosi Lunedi 5 Luglio ad Ankara, insieme al presidente della Repubblica Turca, Erdo?an. Draghi ha incontrato il presidente turco al palazzo presidenziale, dove hanno avuto insieme un approfondito scambio di vedute e opinioni sulle relazioni tra l’UE e la Turchia riguardo alle questioni regionali e globali, ma soprattutto sulle relazioni bilaterali tra i due paesi, considerati dalla NATO due partner strategici per l’alleanza atlantica. L’altro tema importante è stato la questione dell’invasione russa dell’Ucraina e il suo impatto sull’ambiente politico, economico e quello di sicurezza in Europa e gli sforzi della Turchia per creare un corridoio sicuro affinché l’Ucraina esporti il suo grano ai mercati mondiali.
Durante il vertice si sono svolti incontri bilaterali tra i ministri italiani della delegazione ufficiale e i loro omologhi turchi. Dopo la riunione plenaria e la cerimonia di firma degli accordi, il premier Draghi e il presidente Erdo?an hanno rilasciato dichiarazioni durante la conferenza stampa congiunta svoltasi il 6 luglio, secondo giorno della visita ufficiale della delegazione intergovernativa dell’Italia.
Il presidente turco ha precisato che l’approfondimento della cooperazione tra le industrie di difesa dei due paesi serve gli interessi reciproci ed “entrambi nostri paesi sono sulla stessa linea, per cui la Turchia e l’Italia sono disposte a firmare un accordo, il prima possibile, sul progetto del sistema di difesa aerea SAMP/T”.
A questo proposito ha aggiunto: “Abbiamo discusso di nuovo la questione nella nostra riunione di oggi e i nostri ministri di Difesa l’hanno affrontata allo stesso modo”. Vogliamo firmare la SAMP/T il prima possibile” dice Erdogan perché “Non c’è alcun problema nel nostro accordo, e abbiamo anche un accordo, sullo stesso tema, con Il presidente francese Emmanuel Macron”, ha concluso il presidente Turco.
(La Turchia sta trattando con l’Italia e la Francia per siglare accordi sulla produzione di sistemi missilistici terra aria per la difesa aerea conosciuto come Samp/T del consorzio europeo Eurosam).
Prima della conferenza stampa, i due paesi hanno firmato nove accordi di cooperazione bilaterale in diversi settori. Erdogan ha anche detto di avere discusso con Draghi delle relazioni Turchia-UE, aggiungendo: “Vorrei affermare che l’ho ringraziato per il sostegno dell’Italia per un successivo miglioramento del nostro rapporto con l’Unione europea“.
E’ stato inoltre firmato un protocollo d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo sostenibile tra la per la Strategia e il Ministero della Trasformazione Ambientale italiano.
La Fondazione turca per la ricerca scientifica e tecnologica “TUBITAK” e il Ministero Italiano degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale hanno firmato, da parte loro, una dichiarazione congiunta sul rinnovo del programma per l’attuazione della cooperazione scientifica e tecnologica per gli anni 2023-2025.
Inoltre, i due Paesi hanno concluso un protocollo d’intesa, tra i Ministeri dell’Industria e Sviluppo Economico dei due paesi sulla cooperazione nel campo delle medie, piccole e micro imprese.
I governi dei due paesi hanno anche firmato un accordo sulla protezione reciproca delle informazioni riservate nelle industrie della difesa e un accordo sullo scambio e il riconoscimento reciproco delle patenti di guida.
In fine è stato concluso un protocollo d’intesa tra i Ministeri degli Affari Esteri turco e italiano sulle consultazioni politiche e sulla cooperazione nel campo della formazione diplomatica ai funzionari.
In fatti la visita di Draghi ad Ankara è avvenuta subito dopo i vertici del G7 e della NATO di Madrid. Il suo incontro con il presidente turco, il primo nel suo genere, ha lasciato intravedere rapporti sempre più stretti tra i due paesi. Un’intesa italo-turca potrà avere impatti su diversi temi come le prospettive diplomatiche post belliche del conflitto russo-Ucraino e la crisi Libica.
Questo lascia intravedere che le relazioni tra l’Italia e la Turchia stanno a un grado abbastanza elevato come Draghi stesso aveva informato il parlamento di Roma, a Maggio, parlando delle relazioni Italo- Turche. Questo riallineamento delle relazioni tra i due paesi è in corso da qualche tempo:
Nell’aprile 2021, poco dopo l’incidente del “SofaGate“, Draghi ha definito Erdogan un “dittatore” con il quale “si deve comunque parlare”, scatenando una reazione diplomatica da parte di Ankara. Ma a Settembre dello stesso anno, le cose sono migliorate. I due leader hanno parlato al telefono in quello che l’ufficio di Draghi ha definito un “fruttuoso e amichevole scambio di opinioni”.
Roma, com’è noto, sostiene gli sforzi di mediazione di Ankara per mettere fine alla guerra russa in Ucraina e stabilire una ragionevole sicurezza energetica e alimentare globale. Ma a parte la questione del no della Turchia all’ingresso della Finlandia e la Svezia nella NATO, ora risolta, il premier Draghi intende impegnarsi anche per la soluzione della crisi libica (come aveva promesso al presidente americano). Sia l’Italia sia la Turchia hanno interessi considerevoli nel paese dilaniato dalla guerra, politicamente molto instabile. Un approccio congiunto potrebbe influenzare positivamente il corso degli eventi in Libia perché la Turchia è attiva politicamente e militarmente nel paese nordafricano.
In realtà Draghi intende lavorare per la stabilità della Libia, con sforzi congiunti di Roma e Ankara. La stabilità libica aiuterebbe la sicurezza regionale ed energetica, con effetti a catena positivi sull’Italia, che sta anche cercando di investire nel Paese. La Turchia sta lavorando per la stabilità in Libia proprio al fine di mantenere forti rapporti tra Ankara, Roma e Tripoli. Ma Washington sta facendo il doppio gioco: La Turchia esercita un’enorme influenza sugli affari libici. Gli Stati Uniti avevano apprezzato l’intervento di Ankara nel 2019, che ha posto fine all’aggressione del generale Khalifa Haftar (da decenni naturalizzato americano) e ha creato, in seguito nel 2020, le condizioni per il cessate il fuoco (Washington aveva inviato il suo generale Khalifa Hafter per destabilizzare la Libia (uccidendo decine di migliaia tra miliziani ribelli e innocenti) per poi delegare la Turchia, un alleato molto fidato degli USA, per neutralizzarlo e creare le condizioni per un cessate il fuoco).
Quest’attività di politica internazionale e gli sforzi congiunti tra Roma e Ankara possono alludere a una rinnovata fiducia tra l’Ue e la Turchia che aspira a fare parte dell’unione. La Turchia Ha lo status di paese candidato sin dal 1999. L’avvio di negoziati di adesione è arrivato il 3 ottobre 2005, ma ora sono ufficialmente in stallo per una serie di svolte politiche avvenute in Turchia negli ultimi anni. Questa svolta nelle relazioni tra l’Italia e la Turchia potrebbe dare uno stimolo per rimuovere i negoziati di adesione della Turchia. Dal Consiglio Europeo del 23 giugno è arrivato il via libera allo status di candidato per l’ingresso nell’Ue di Ucraina e Moldavia. In lista di attesa di adesione ci sono altri cinque paesi: Montenegro, Serbia, Macedonia, Albania e Bosnia-Erzegovina.
Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia