di Samir Zakaria | Una specie di joint venture tra l’ISIS e Al Qaeda è già in atto da qualche tempo, ma la trattativa potrebbe essere lunga e difficile. La voce gira da quando Mosul è stata liberata l’estate scorsa. Più precisamente da quando gli ultimi combattenti hanno abbandonato i quartieri ad ovest del fiume Tigri, lasciandosi dietro molti documenti apparentemente non classificati come importanti, e dati in mano alla stampa locale, ma che ad una lettura attenta dei servizi segreti iracheni, questi ultimi avrebbero ammesso di aver trovato indizi di contatti ad alto livello tra diversi capi dei due movimenti terroristici.
Alcuni analisti mediorientali hanno addirittura ipotizzato un rafforzamento della leadership dell’ISIS dopo la caduta di Mosul e di molte altre città irachene e siriane, e un cambio di strategia che potrebbe rendere il movimento terroristico ancora più pericoloso, perchèpiù imprevedibile di prima.
Immagine in circolazione sui media in lingua araba con la scritta:
“il terrorismo, sono musulmano, sono contro. Il terrorismo non ha una religione”.
La questione può essere spiegata in poche parole. Il cosiddetto stato islamico ora non ha più il peso della gestione di un territorio, dell’organizzazione delle città , dei ministeri, delle infrastrutture locali, delle corti islamiche, del controllo della popolazione e perfino della gestione quotidiana del traffico. E’ vero, ha perso tanti combattenti, ma non ha perso i simpatizzanti, e neanche gran parte della cosiddetta classe dirigente, che è nata, ricordiamolo, dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003, e rafforzata con la nascita dello stato islamico, indicativamente nel 2014.
Seguendo questa analisi, ora i gerarchi del movimento sarebbero quasi liberi di muoversi indisturbati non solo in Iraq e in Siria, ma anche nel Sinai in Egitto, in Libia e nello Yemen, che è totalmente fuori controllo. In uno scenario simile, non è difficile immaginare una nuova rete del terrore nel nome del jihadismo mondiale.
Al Qaeda può essere di grande aiuto, non solo per la lunga esperienza dei propri combattenti, ma sopratutto per il fatto che sin dalla sua nascita questo movimento non ha mai avuto un vero e proprio territorio da gestire. Osama Bin Laden era ospite in Afghanistan. Ora nessuno può dire con certezza qual’è il loro quartier generale.
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