di Samir Zakaria | Come già accennato nell’articolo precedente, la prima grande riserva di gas nella costa est del Mediterraneo è stata scoperta da Israele nel 2009. vediamo in breve la situazione in alcuni paesi che si trovano a dover condividere l’estrazione del combustibile con i vicini.
Egitto; nelle proprie acque territoriali c’è la più grande riserva in assoluto, chiamata Al Zohr, scoperta nel 2015. Il paese si trova ad avere una doppia fortuna, visto che possiede anche ben due impianti di liquefazione pronti per mandare il gas su cisterne verso l’Europa e non solo. Gli ultimi accordi di approvvigionamento di gas siglati con Israele hanno tutta l’aria di poter essere definiti “la pace del gas”, almeno dal punto di vista delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.
Abdel Fattah Al Sisi sulla destra e Benjamin Netanyahu sulla sinistra
Israele; Sono due le riserve maggiori, quella di Tamar e quella di Leviathan, e riportano il combustibile tramite gasdotti da una parte verso la costa nord dell’Egitto, a ridosso della striscia di Gaza, e dall’altra verso Cipro e la Turchia. C’è anche il progetto di un pipeline che parte da Israele, raggiunge Cipro, la Grecia ed, infine, l’Italia, ma i costi per la realizzazione sono enormi e il prezzo del gas che arriva all’Europa dalla Russia è ancora molto competitivo.
Cipro; divisa in due, a Nord la Repubblica Turca del Nord di Cipro, riconosciuta solo da Ankara. A Sud la Repubblica di Cipro, riconosciuta a livello internazionale. Il gas israeliano deve per forza passare da Cipro per raggiungere la Turchia o l’Europa. Il governo cipriota ha distribuito i diritti di trivellazione nelle proprie acque territoriali a tutte le aziende che ne hanno fatto richiesta (Eni, Total, Exxon mobil e Qatar Petroleum), ma quelle concesse all’Eni e a Total sono in parte anche nelle acque territoriali turche.
Per questo motivo, la nave Eni per esplorazioni petrolifere era stata costretta qualche settimana fa a cambiare rotta da unità militari turche che l’hanno bloccata e minacciata di speronamento. Il Governo cipriota ha assicurato, però, che i piani esplorativi nella sua zona economica rivendicata in parte dalla Turchia, non sono cancellati ma sospesi. Quindi di fatto rinviati.
Libano; Gli esperti parlano di una potenziale riserva molto estesa, ma la situazione instabile del Paese non permette di prendere decisioni a lungo termine. Durate un’intervista concessa al canale all news France24, Nasser Hoteri del Libanese Petroleum Administration ha detto testualmente “mentre gli altri stanno estraendo petrolio e gas, noi stiamo ancora pescando nel Mediterraneo, è frustrante”.
Per il Libano, le frontiere marittime meridionali con Israele non sono ben definite, visto che i due paesi sono ancora ufficialmente in guerra. Come si vede dalla foto sopra, ci sono circa 850 chilometri quadrati di mare contestato non lontano da una delle grandi riserve di gas israeliano. Le frontiere marittime con Cipro, invece, sono ben definite.
Siria; Non mancano le tesi complottiste di un gasdotto che attraverserebbe l’intero paese per raggiungere l’Europa partendo dall’Iran e dal Qatar. L’unico dato di fatto, però, è l’accordo citato nell’articolo precedente, dove viene concesso ai russi una licenza di estrazione del combustibile dalle coste siriane per una durata di 25 anni.
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