Il naufragio di una barca libanese che trasportava migranti illegali al largo delle coste siriane che ha
scosso l’opinione pubblica in Siria e il Libano ha causato malumore, tanta tristezza e rabbia sui social
media, soprattutto a causa dell’alto bilancio delle vittime, finora accertate 94 tra uomini, donne e
bambini.
Giovedì pomeriggio sono stati trovati poco più di trenta corpi in mare al largo delle coste della citta
costiera siriana di Tartus e le autorità siriane non hanno ancora chiarito cosa sia successo alla nave
dei migranti, di cui la maggiore parte erano rifugiati libanesi e siriani, confermando pero’ che le
operazioni di ricerca e salvataggio sono erano ancora in corso.
Sulle piattaforme dei social media in Libano e Siria, ma anche in altri paesi arabi è stato sottolineato
che la povertà e la fame in Siria e il Libano sono alla base dell’incidente del naufragio, descrivendolo
come una “nuova tragedia delle barche della morte”.
Un video successivamente pubblicato dal quotidiano filo-siriano Al-Watan, Giovedì sera, aveva
documenta le operazioni di ricerca dagli elicotteri sul mare di Tartus dove si notano diversi oggetti,
vestiti, scarpe e piccole borse, appartenenti ai migranti morti annegati a decine prima dell’arrivo dei soccorritori, mentre arrivano notizie certe sull’aumento dei corpi sinora ritrovati 94 e immagini dei funerali di alcuni degli annegati.
Sul Guardian lo scrittore Simon Tisdal aveva criticato i paesi e i leader di Europa e Gran Bretagna,
“che non hanno imparato dai disordini sociali e politici in Siria ma anche altri paesi del Medio
Oriente, seguiti dall’arrivo di un milione di rifugiati, per lo più siriani, sulle coste dell’Europa nel 2015,
confermando che una nuova ondata di immigrazione è alle porte e l’Europa non è pronta”.
Almeno un centinaio tra libanesi, siriani e palestinesi sono morti Giovedì quando una barca di nazionalità libanese è affondata vicino a Tartus, in Siria; era salpata dal Libano settentrionale con a bordo circa 150 passeggeri che tentavano di fuggire alla miseria che li perseguitava nei loro paesi, spinti dalla fame e povertà a cercare una vita più dignitosa in uno spazio lontano ma inevitabilmente affrontano morte e distruzione.
Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia