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Patente di guida alle donne saudite, è solo un grande business?

di Samir Zakaria | Con oltre 10 milioni di donne pronte per guidare, l’Arabia Saudita sta importando in questi giorni circa due milioni di automobili, da aggiungere al parco auto già esistente, in attesa del fatidico giorno di giugno in cui la prima donna saudita prenderà la patente di guida, e diventerà di fatto indipendente dal marito o dal padre.

Un cambio epocale per una cultura basata sul dominio del sesso maschile nel campo lavorativo, in quello legislativo e in quello sociale, ma si tratta anche di un vero e proprio affare per le casse dello Stato, visto che l’economia saudita ha intrapreso negli ultimi due anni un percorso completamente diverso rispetto al passato, puntando sull’apertura economica per attirare investimenti esteri.

L’operazione di risanamento economico si chiama Saudi Vision 2030 ed è stata architettata dall’erede al trono Mohammad Ben Salmàn per mantenere alto il benessere dei cittadini quando il petrolio non sarà più una fonte primaria di energia a livello globale.

Il nuovo parco macchine, importato sopratutto da Stati Uniti, Giappone e Germania, aprirà le porte anche ad un vero e proprio boom nelle assunzioni di figure femminili e non solo, visto che l’indotto legato alla scelta di re Salmàn spazia dall’assistenza post vendita alle riparazioni, dalle assicurazioni ai gadget tecnologici per auto. Una spinta non indifferente per molti settori non direttamente legati alla patente di guida.

Il cambiamento ha attirato anche gli investitori della nota piattaforma Uber, il servizio di trasporto automobilistico privato che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti tramite una app. L’azienda americana, di San Francisco, aveva già invaso il mercato saudita caratterizzato da soli autisti uomini, ha iniziato da poco ad ingaggiare anche autiste-donne, che rappresentano l’80% dei clienti secondo quanto dichiarata dalla società alla CNN.

Samir Zakaria | patente di guida alla donne saudite, perchè?

Altra app di taxi su richiesta molto in voga in Medio Oriente si chiama Careem, con base a Dubai, che ha da poco dichiarato l’intenzione di aprire al mercato saudita ricevendo in poche ore decine di migliaia di domande compilate da donne disoccupate. In un comunicato , i vertici dell’azienda hanno detto che si procederà con l’assunzione di 10.000 donne entro il mese di giugno. Una cifra record mai toccata in altri paesi – sostene A. Elyas, fondatore di Careem.

Uber e Careem aiuteranno così anche il governo saudita a ridurre il tasso di disoccupazione che si aggira, secondo l’Autorita Generale di Statistica, intorno 12,8%, anche se molti analisti locali sostengono che ci vorranno anni, non mesi, prima di vedere una presenza femminile massiccia sulle strade di molte città conservative, al di fuori della Capitale Riyadh.

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