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Pluripremiata in Italia e all’estero, Laura Allegrini unisce da Beirut due mondi con l’arte del canto, e dell’incanto.

Laura Allegrini, soprano con una voce celestiale molto amata in Medio Oriente per la sua visione della musica come unione tra popoli. Per i media arabi la sua voce d’altri tempi incanta il pubblico con la sua straordinaria conoscenza dei dialetti locali. A Roma Laura conquista il cuore delle giovani generazioni in cerca di ispirazione nel canto e nella recitazione.

La sua ultima esibizione a Beirut ha fatto sognare la platea, cantando l’inno nazionale libanese in arabo, riuscendo a trasmette una passione che l’ha portata, negli ultimi anni, a dedicarsi ad un viaggio unico nel suo genere, per unire con la sua voce le due sponde del Mediterraneo, riportando da un lato la musica popolare del mondo arabo in Italia, e dall’altro le sfumature melodiche italiane in Medio Oriente, suscitando la curiosità di un pubblico incantato.

Un’interpretazione vocale molto rara, quella fatta da Laura, che passa dalla rinascita culturale e artistica del Libano degli anni ’60, con le canzoni di Fayrouz, la più celebre cantante libanese conosciuta fino ad ora, un melting pot di melodie classiche, pop francese con elementi di folklore russo, fino a raggiungere le peculiarità interpretative di Umm Kalthoum, miglior cantante egiziana di tutti i tempi, stella d’Oriente in tutto il mondo arabo per i testi popolari e rivoluzionari delle sue canzone, scritte e interpretate dagli anni ’30 fino agli anni ’60 e oltre.

Laura Allegrini e la stampa araba

Una passione che l’ha spinta a conoscere il periodo storico di riferimento delle singole canzoni, l’uso politico e sociale delle parole, la gestualità delle due stelle mediorientali, i movimenti del corpo, i messaggi subliminali e la forte tendenza al canto rivoluzionario di quell’epoca. 

Laura Allegrini oggi canta e interpreta, con incredibile padronanza della lingua araba dialettale, i ritmi musicali più complicati, per la presenza di una decina di lettere nell’alfabeto arabo inesistenti in quello italiano. Eppure, all’ascolto, non si nota la differenza, e questo incuriosisce una platea sempre più vasta di ammiratori, che trovano in lei il futuro ponte che lega arte, popolazioni diverse e voglia di sfidare la barriera della chiusura nei confronti del prossimo.

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