Site icon | Il Mondo 24 ORE | by Samir Zakaria

Quando il velo diventa un simbolo di potere, strettamente legato alla cultura e alla politica

Dall’estate scorsa le donne iraniane si sono mosse per opporsi al divieto del velo, prima ancora dell’assasinio della povera Mahsa Amini. Secondo le leggi della Sharia applicate ufficialmente nel paese dopo la rivoluzione islamica del 1979, allora guidata da Ayatollah Ruhollah Khomeini, come tutti ricordiamo, le donne iraniane dovevano indossare un velo e abito lungo e largo in pubblico, mentre le donne che non indossavano il velo venivano multate e incarcerate. Tuttavia, anni dopo la Rivoluzione Islamica, i funzionari del governo hanno avuto mano libera nel trattare con le donne che non sono in “regola” ma anche tante difficoltà a far rispettare questa legge e l’abbigliamento femminile non era controllato allo stesso modo in tutto il paese. Le donne hanno iniziato le proteste per opporsi all’oppressione e molti uomini, giovani e meno giovani le hanno sostenute.

Tuttavia, questa cupa e ombrosa sequenza di eventi, sebbene prevedibile, è allo stesso tempo irritante e angosciante, principalmente per la famiglia di Amini, ma anche per tutti coloro che in Iran cercano di costruire una società aperta in cui i diritti umani, e in particolare i diritti delle donne, siano rispettati. Proteste simili in passato, come il movimento “Girls of Revolution Street” nel 2018, non hanno prodotto cambiamento ma una rinnovata repressione.

Potrebbe essere diverso questa volta. Il coraggio delle giovani donne nell’affrontare le forze di sicurezza e la cosiddetta polizia della moralità (Gasht-e-Ershad o “pattuglie di rieducazione morale”) è stimolante. Sono supportati da molti giovani uomini e numerosi altri tra una popolazione anziana stremata da gravi difficoltà economiche, corruzione ufficiale e illegittimità dei politici al potere che hanno rubato le elezioni del 2021 assieme a tutte le alter elezioni indette in precedenza.

L’Iran appare perso in una distorsione temporale, combattendo battaglie del passato. Gli Stati Uniti non sono amici, ma Joe Biden vuole davvero un accordo nucleare. Gli arabi del Golfo stanno facendo pace con Israele. Le spaccature che hanno stremato il Medio Oriente per generazioni si stanno chiudendo. Le sfide di oggi sono globali. L’Iran potrebbe liberarsi del suo status di paese paria (canaglia) e diventare di nuovo una grande nazione – se solo il suo popolo, e in particolare le sue donne crudelmente oppresse, fossero liberati.

In Iran, il velo è diventato un obbligo a partire dai tempi della ”rivoluzione islamica” del 1979, dopo che era stato vietato tassativamente sotto lo Scià Reza Pahlavi. Il divieto generale al velo fu imposto dallo Scià Pahlavi, padre, nel 1935. I soldati multavano le donne con il copricapo e il velo togliendolo dalla testa della donna che lo indossava in pubblico con la forza. Alle donne con il velo non era permesso svolgere lavori professionali ed era proibito andare al ristorante o al teatro. Solo pochi decenni dopo, quelle politiche sono state completamente invertite e l’Iran è diventato – e rimane – l’unico paese al mondo (con l’Afghanistan, lasciato da solo dagli americani, dove i talebani non sono meglio dai leader iraniani) in cui le donne sono legalmente obbligate a coprirsi i capelli.

La residenza di Khomeini a Nofal-le-Chateau nei pressi di Parigi si trasformò rapidamente in una cella per gestire la rivolta contro lo Scià all’interno dell’Iran, e l’effetto dei nastri audio che Khomeini inviava nel paese è stato simile all’effetto dei social media dei nostri giorni. Le testimonianze dei funzionari francesi si concentrano sul fatto che nessun “incontro ufficiale” ebbe luogo tra Khomeini e la parte francese fino al gennaio 1979, quando un funzionario del Ministero degli Affari Esteri francese visitò la residenza di Khomeini per chiedere di smettere di attaccare lo Scià che lo esiliò, prima in Iraq poi in Francia ai tempi di Jack Shirak, ma Khomeini rifiutò, dicendo che era pronto ad accettare la decisione di espulsione, ma che non avrebbe chiuso un occhio su ciò che stava accadendo in Iran.

Quanto all’obiettivo americano, quello non era di spodestare lo Scià per garantire il ritorno di Khomeini, ma piuttosto c’era una scommessa sul raggiungimento di una soluzione pacifica che preservasse gli interessi degli Stati Uniti” nel Medio Oriente. Con la copertura di Washington e con il consiglio dei servizi segreti di Israele di neutralizzare le forze armate iraniane di Shahpour Bakhtiar (l’allora presidente del consiglio sotto lo Scià) , la parte americana ha “indirettamente” facilitato l’arrivo di un regime di tipo islamico fondamentalista, perché la preoccupazione centrale degli americani era di impedire che la sinistra e altre forze rivoluzionarie iraniane salissero al potere e insediassero un regime religioso come “il miglior nemico dell’Unione Sovietica e del comunismo”. Khomeini arrivò a Tehran con un aereo dell’aereonautica Francese il primo di Febbraio 1979 e l governo di Shahpour Bakhtiar cadde il giorno 11 dello stesso mese.

Questa è la punta dell’iceberg della storia di una rivoluzione che ha divorato i suoi concittadini, di un nascosto desiderio imperiale americano e di un progetto di espansione all’insegna dell’Islam e degli oppressi. Tutto accadde ai tempi di Chirak e Carter. Khomeini fu ospitato a Parigi con tutti gli onori, come indicato dagli stati Uniti d’America, per aiutarlo a contrastare la possibile nascita di una rivoluzione comunista in Iran dove Khomeini salto, invece, su tutti e istituì una dittatura di tipo fascista.

Ora ogni mezzo di informazione riporta la cronaca dei fatti in corso attualmente, testimoniati da tutto il mondo dove si nota apertamente come le proteste paralizzano le articolazioni del regime del leader spirituale “Khamenei”, gravemente malato. Il bilancio delle vittime aumenta e le proteste si diffondo velocemente ovunque in Iran.

Onestamente, la volatilità riguardo agli approcci al velo mostra che le donne musulmane sono spesso le prime vittime di una guerra di politiche volte a promuovere determinate convinzioni, siano esse legate alla liberalizzazione di ispirazione occidentale, o all’estremismo oppure forse al cieco fanatismo religioso.

Quanto ai dettami del coranici sul velo, gli studiosi religiosi offrono diverse interpretazioni. Alcuni sostengono che il velo sia stato imposto solo alle mogli del profeta Maometto e non a tutte le donne musulmane. Storici, studiosi e giudici musulmani possono avere, invece, opinioni divergenti, la maggioranza concorda sul fatto che il Corano sia stato esplicito nel far rispettare il velo – per proteggere le mogli del profeta Maometto dalle molestie di strada.

Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia